domenica 31 ottobre 2010

"MAKING OF" per CINEMA4D



Sono pronti due MAKING OF , o meglio uno è ancora in ultimazione, qualche modifica alla grafica e poi è pronto, fatti appositamente per c4dhotline.it da me tradotti e riadattati, andranno a fare parte degli oltre 200, 233 per l'esattezza tutorial proposti dal sito italiano per eccellenza su Cinema4d, di grafica 3D.

-tutorial

- il sito

sabato 23 ottobre 2010

TEST BIKE, 29" AXEVO X-TEM 29 e FM DOCTOR


























Quale Mtb? 29” o 26”?

Il fattore crescita delle 29 è in aumento, sui campi da gara si vedono sempre più 29, non si può più dire è una moda…dapprima pochi costruttori si sono concentrati su questa misura, poi le piccole realtà nazionali e non si sono ritagliate una loro fetta di mercato, via via sempre più in espansione e all afine si puà dire che quasi tutte le case costruttrici di MTB hanno un loro modello 29.

All’utente finale, il biker non rimane che affidarsi al loro produttore preferito e magari farsene un’idea provando presso i numerosi rivenditori della zona i quali sovente mettono in prova delle 29, come in occasione di grandi eventi, fiere o manifestazioni agonistiche , dove poter provare questa nuova, si fa per dire, realtà.

Cosa che ho fatto pure io recandomi in quel di Castiglione delle Siviere-MN- presso il THE BIKER'S DREAM MASIN dove venivano messe a disposizione diverse 29.

Eccomi appena ritornato dal campo adibito a campo da test per chi vuole provare una 29 comparando la prova con le classiche 26 e magari passando per una 27,5.

Che dire grande disponibilità da parte del titolare Gianfranco che indaffarato a sistemare le altezze sella delle varie mtb da test presenti illustrava brevemente i mezzi messi a disposizione, cosi dopo una veloce regolazione dell’altezza alla FM Doctor ( ditta con sede a Polpenazze D/G (BS) in carbonio da 29” con forcella rigida, via si parte subito fatico qualche metro prima di salire in sella perché purtroppo visto la presenza del canotto sella integrato con il telaio la misura è un poco alta, il terreno si presta perfettamente alla prova, un campo tutte cunette, con due curve a gomito strette, due S e due rettilinei dove poter rilanciare il mezzo e giudicarne il comportamento. La Doctor della FM è un mezzo rigidissimo oltre che leggerissimo(direi da paura), la forcella non ammortizza nulla, impossibile per me governare la MTB sul tracciato tutto cunette del percorso, saranno anche i miei 65 kg scarsi di peso, ma una rigida distrugge……Mezzo dotato di impianto frenante FORMULA R1 e cambio SRAM XX entrambi impeccabili nello svolgere il loro lavoro, nei rilanci da basse velocità schizza via che è un piacere, da riprovare sicuramente con una forcella ammortizzante.

Finiti due giri, di più non li avrei fatti neanche se mi avessero pagato, chiedo di provare una 29 con forcella ammortizzante, ed eccomi sopra una splendida AXEVO X-Team 29 in titanio con forcella ROCK SHOX REBA, montata SRAM x9 e doppia KCNC, gomme CONTINENTAL RACE KING 2.2 su cerchi NOTUBES ZTR CREST, pronti via e subito l’effetto ammortizzante dell’anteriore mi riconcilia con la 29, finalmente sento subito un grande beneficio, lanciata sui rettilinei le buche e i sassi presenti sul percorso non danno fastidio più di tanto, la 29 mi conduce sul percorso con molta più facilità di quello che avrei pensato, una volta lanciata mi permette di continuare a pedalare senza troppi problemi, ci faccio 3 giri e avrei voglia di farne ancora, ma voglio provare subito una 26 per capirne le differenze.

Mi fermo e subito salto sopra una BMC TEAM ELITE modello 2011 in carbonio da 26 allestita con il nuovissimo SRAM XO , due velocità, forcella FOX TERRALOGIC eccomi tornare le solite titubanze della mia 26 su questo genere di terreni….sulle cunette e buchi che si susseguono in continuazione non riesco a pedalre con continuità, cerco sempre di assecondare il terreno smettendo di pedalare…non dico che sia impossibile per me pedalare, ma per mantenere una velocità decente per cosi dire galleggiare sul terreno faccio troppa fatica e poi la MTB balla troppo per me.

Due giri mi bastano stop…..mi fermo riconsegno la bici, 26?……no grazie! ora tocca proprio alla 29, ne sono certo!!

venerdì 22 ottobre 2010

Bracciali Dryan my point of wiev...

Bracciali Dryan my point of wiev..:
premesso che a caval donato non si guarda in bocca, questo è stato un regalo dalla south garda bike sicuramente molto apprezzato.
il tessuto è morbido al tatto, caldo e molto evaporante per sua stessa natura, non essendo in nessun modo impermeabile.
io devo dire che apprezzo molto come accessorio bacciali e gambali, perchè permettono di essee rimossi o spostati mentre si pedala, senza doversi femare,- il che è fondamentale quando in guppo si mantengono medie elevate, e se solo accenni a rallentare, gli "amici" ne approfittano per accelerare!!
come è stato scritto sono molto leggeri e traspiranti, quindi sicuramente inadatti con temperature rigide, ma assolutamente perfetti in questa stagione (ottobre, temperature che spaziano dai 5 ai 20 gradi)
un grande vantaggio è che si riescono senza problema a compattare molto durante l'andatura, in punti in cui non arrecano disturbo, senza tirare eccessivamente, in quanto molto elastici.
A mè è capitato di usarli anche con temperature molto fredde,in montagna con neve ai bordi della strada vento e pochi gradi, certo ho avuto freddo, ma mi hanno sicuramente salvato da assideramento certo! Il freddo patito poi in effetti è stato causato da altri errori nella vestizione (vedi guanti corti!) e in effetti non ho ricordo di freddo alle braccia o gambe che certamente devo aver avuto, nel senso che ho avuto talmente freddo a mani e piedi (in discesa ndr..) da non ricordare freddo a braccia e gambe!
il gambale è molto lungo, e quindi deve essere inserito completamente sotto i calzoncini per tutta l'area della coscia, e la cosa non rappresenta un problema essendo il contatto con l'epidermide molto piacevole, per la morbidezza propria del tessuto Dryan, dove invece altri tessuti potrebbero dare fastidi o pruriti.
Da lavare in lavatrice poi sono assolutamente perfetti, come del resto quasi tutti gli indumenti pensati per la bike -(fondelli dei braghini esclusi!) li stendi e sono già asciutti-
beh che dire....un regalo azzeccato, o un eventuale acquisto da valutare.
temperature ideali di utilizzo 5-15 gradi -ieri con 16 gradi e sole (uso stradale con medie robuste..) tenevano un pò troppo caldo ed è stato necessario arricciarli- però all'avvio si stava molto bene.
comunque quando avete freddo....pedalate più forte!!
serghei@magnetika.it

sabato 16 ottobre 2010

BRACCIALI DRYARN, COME VANNO.







"Due prodotti altamente tecnologici completamente Made in Italy. Sono prodotti nati dalla ricerca ADICI (distretto calza e intimo) utilizzando il filato tecnologico e innovativo Dryarn®: è il filato più leggero in natura, cosi leggero che galleggia nell'acqua; ha caratteristiche di termicità e di resistenza superiori alle fibre naturali ed a quelle sintetiche; è sempre asciutto sulla pelle e completamente anallergico.

Una magia resa possibile dalla elevata tensione superficiale della microfibra, che fa si che l'acqua, umidità e sudore vengano trasportati all'esterno del tessuto dove possono evaporare rapidamente, o essere assorbiti da altre fibre accoppiate al Dryarn®. Per esser ancora piu precisi basta dire che Dryarn® è 167 volte più efficace del cotone e la sua capacità di isolamento è unica e superiore alla lana, mantenendo efficacemente la temperatura corporea, difendendo chi lo indossa sia dal calore che dal freddo."
E poi: Dryarn ® è un'innovativa microfibra in polipropilene che garantisce elevati livelli di performance ai tessuti per intimo, abbigliamento sportivo e applicazioni tecniche speciali, anche in contesti di utilizzo estremi. Una grande innovazione che apre orizzonti a nuove frontiere nei settori del tessile e dell'abbigliamento.

Questo è il comunicato con cui viene presentato questo nuovo prodotto, che dire di più ? nulla, se non che bisogna provarlo, questo è stato fatto dopo averlo indossato tre volte in questo inizio di autunno, misura unica, le mie poderose braccia...hanno beneficiato di questi bracciali, la protezione dal freddo non è totale, o meglio se non fa troppo freddo vanno bene, se in più c'è il vento serve un qualcosa di più specifico..WINDSTOPPER®, Windtex che protegga le braccia da quella sensazione di aria che arriva sulle braccia,questo secondo il mio parere.
Il confort è ottimo avvolge le braccia senza stringere da nessuna parte, solo la parte vicino alla spalla non contiene tanto secndendo in parte, cosa ovviabile infilando il bracciale sotto la maglia principale da ciclismo/MTB.
Anche quanda la temperatura corporea sale e si comincia a sudare il bracciale fa il suo dovere, ovvero traspira senza inzupparsi di sudore, quindi non da nessun fastidio e a meno che il sole e la temperatura salgano notevolmente e allora vanno tolti, cosi come qualsiasi bracciali abbiamo messo.
Appena tolti si nota subito che il tessuto non è per nulla impregnato di sudore, anzi qusi non sembra vero, la pelle è leggermente umida, il giusto dopo una sgambata in MTB.
Che dire ottimo prodotto se verrà ottimizzato anche il discorso vento, anche perchè nelle giornate invernali e ventose..., siamo a posto....

QUANDO FINISCE UN'AMORE...E NE INIZIA UNO NUOVO!!!



Non il vino....

....Titolo adatto a qualche romanzo, film, niente di serio ci mancherebbe le cose "importanti" sono altre non certo questa.
Settembre, città sulla sponda nord del Lago di Costanza (Bodensee) in Germania per essere più precisi,Fiera di Friedrichshafen e quindi EUROBIKE. Finalmente è arrivata con tutte le sue novità e con esse con tutti i sogni di migliaia di biker, uno dei quali il mio.
Ho già in mente cosa potrebbe portare la nuova fiera in dono, nuovo telaio da 26" in carbonio, nuova trasmissione 2x10 e forse una nuova grafica con logo minimalista se raffrontato a quello classico di questa casa tedesca....(il marchio dopo non ora....) vista in alcune immagini in anteprima, ma di sicuro un nuovo tealio rivisto nei pesi e nei particolari tecnici, insomma c'era tutto per centrare il bersaglio 2011.
Infatti prsentata la novità tutto corrispondeva a quello sognato e visto in anteprima, parte la prenotazione, colore, taglia c'è pure un buon sconto, consegne si parla di primavera...ma io non ho premura e posso aspettare.
In rete trovo un ragazzo che pure lui ha prenotato questa MTB, consegana ad inizio 2011....cavoli come?...parte subito mail per avere chiarimenti con la persona che mi avrebbe dovuto far avere la MTB, .."ti avrei chiamato oggi...la CUBE non è più disponibile......" i motivi non posso stare li a spiegarveli.
Insomma avrete capito anche voi che anche se trattasi di una semplice bicicletta, per me è stato un duro colpo, anche se soli due anni di utilizzo della MTB prima con una Front in alluminio poi con una in carbonio, alla marca mi ci ero affezzionato, certo non fa parte di quelle più blasonate e titolate che circolano sui sentieri o percorsi da gara, ma per me erastato un amore a prima vista.

Cose che capitano...e alla fine forse tutto questo è stato un bene, ora modello, marca, tipologia 26 o 29" tutto ritorna in ballo e che ballo, ora mi scelgo quella che mi piace di più che più mi ha fatto pensare in questo lasso di tempo...se un giorno cambio mi prendo quella là....
e quella la ora c'è, una 29" si proprio una twentyniners, guardata nei ritrovi pre gara con curiosità e dubbi per quelle ruotone...ma ora convintissimo di aver fatto la scelta giusta.
Pronti per un brindisi con un buo bicchiere di vino, rosso dei colli morenici qui delle parti mie naturalmente....

Ah!! dimenticavo in sella ad una SCOTT SCALE RC, 29 naturalmente.....

lunedì 11 ottobre 2010

DIADORA MTB PRO TRAIL CARBON














DIADORA MTB PRO TRAIL CARBON la mia prova.....:

Sono due anni che uso queste scarpe, sia nelle quotidiane uscite di allenamento che in gara, da MTB prodotte dalla Diadora in BULGARIA ed ora è giunto il momento di tirare le somme, due anni e non prima direte voi perché cosi tanto tempo? Mah!!! Che dire.. me ne sono ricordato solo ora…oppure mi pare che dopo due anni di onorevole lavoro sono giunte al capolinea della sostituzione, parziale (penso andranno ad affiancarsi nelle uscite invernali per ora, per poi abbandonare il campo verso un paio di scarpe nuove in primavera). Quindi vediamo ora cosa mi hanno “detto” in questo lasso di tempo:

Le nuove PRO TRAIL 2.0 oltre a beneficiare già nel corso della stagione 2010 di un allargamento della zona che ospita le tacchette più funzionale in fase di aggancio sgancio asseriscono loro…(non potevano pensarci prima?) sono, a parte le colorazioni e il materiale della tomaia le stesse di allora, d’altronde come dice il detto “squadra che vince…non si cambia”, vista la mia morfologia del piede, magro (apro questa parentesi per dire che per chi ha piedi magri la PRO TRAIL CARBON non si adatta a questo tipo di piede a meno che si provveda ad inserire specifici plantari riempitivi, ma a questo punto conviene cambiare marca e cercare una scarpa più contenitiva, cosa che non ho fatto, al momento avevo in testa solo le DIADORA) adotto nelle scarpe un paio di plantari rigidi specifici per ciclismo, plantari che mi hanno obbligato all’acquisto di una mezza taglia maggiore, la chiusura fatta dai due velcri nel nuovo modello con Sistema di bloccaggio dei velcri Quick Adjustement e dalla chiusura micrometrica permette una discreto bloccaggio del piede, ho trovato poco preciso per la scarsa presa che il primo velcro, quello più vicino alla punta ha sul piede, infatti la particolare forma della scarpa in quel punto crea una sorta di piega della tomaia, piega che a parer mio non permette un buon bloccaggio di quella sezione della scarpa, ho avuto modo di vedere le nuove PRO TRAIL CARBON con una tomaia più morbida della versione 2009, come questa piega sia aumentata di volume e certo poco piacevole visto il look accattivante di questa bella scarpa….

Come confort nulla da eccepire nessuna costrizione particolare dalla forma della scarpa sul piede, in estate anche nelle giornate più torride non ho mai avvertito particolari sensazioni di surriscaldamento al piede, ne tanto meno la suola in carbonio ha eccentuato questo tipo di problema, stessa cosa nelle giornate primaverili con temperature più basse...

Veniamo all’usura ora, che dire la tomaia non mostra segni particolari di usura, direi perfetta, cosa che non si può dire per gli inserti di gomma del tallone dove il logo DIADORA è praticamente tagliato nella suo perimetro, altra nota dolente il puntale in gomma Duratec anche qui nella parte laterale presenta segni evidenti di taglio, cedevolezza della struttura a parer mio dovuta all’indurimento del materiale nel tempo.

La Suola: Suola Mtb in Carbonio, accoppiata ad un battistrada in gomma con speciale mescola Duratech, battistrada morbido il giusto non ho mai avuto problemi di scivolamenti darante le parti a piedi, e come usura dello stesso direi minime, la suola in carbonio, rigida se confrontata con suole in altri materiali, ma è questa la sua peculiarità....come si vede dalle foto ricoperta da segni vari, ma questo è il dazio da pagarsi quando si hanno queste suole.


Due anni di uso normale (tra l'altro non sono mai state usate in condizioni estreme come il il dover gareggiare con pioggia o fango....) di una scarpa fatta per il fuoristrada, quindi adatta ad un uso estremo, fango, acqua, terreni tipici di chi fa MTB, detto questo mi sarei aspettato qualcosa in più da questa scarpa in termini qualitativi, come detto poco sopra è il modello 2009, quello approntato nel 2010 e il nuovissimo 2011 non li ho ancora provati, quindi magari queste cedevolezze sono state eliminate...

Termino con una mia personalissima considerazione, la DIADORA MTB PRO TRAIL CARBON è una scarpa dal look piacevolissimo(il colore bianco a parer mio è il più bello in assoluto, certo molto delicato), basta avere il piede giusto per questa scarpa, cosi come per tutte le altre marche di scarpe, scarpa che consiglio a chi abbia voglia di provare una nuova avventura.

AH!!!! dimenticavo di dirvi quali scarpe prenderò per la prossima stagione, le......

alla prossima.

SMP, LA PROVA DI SERGIO

Un mesetto almeno ci ho messo, per adattare le chiappe alla smp -ora è la sella più comoda al mondo, e da quest'anno la provo pure sulla mtb. Ma prima un mese di "dolore" e pensieri negativi in merito all'inc***** che avevo preso spendendo i 150 eurini che ci vogliono per portarsela a casa- secondo mè non ci si deve arrendere ai dolori...pedalare pedalare e sempre pedalare, poi le chiappe si adattano- ...lentamente! anch'io pensavo che smp non fosse adatta in mtb per il cambio di posizione in salita.. vi saprò dire! ciao serghei@magnetika.it

secondo post.. con più calma..- nel gruppone dei ciclostradisti, quando sei in scia (cioè sempre!) la scritta che leggi è sempre quella...SMP--SMP--SMP--SMP--ma tù ne hai una diversa e così un bel giorno ti viene di andare dal sivende, per vedere cosa ne dice..
Ovviamente ti dice che sei vuoi salvare la prostata, la via è quella, e ti propone di montartela in prova..quindi leggi il sito e ti convinci che non ci sono altre soluzioni- e che la prostata và tutelata-
Così ti dirigi dal mecca con l'abbondante rotoli di eurini che occorrono, sapendo di fare la cosa giusta-
Te la monta decisamente con inclinazione sbagliata, e quindi non riesci neppure a stare in sella, ma essendoti studiato il sito, una volta a casa te la sistemi come parebbe opportuno.
e quì iniziano i dolori...male male male e poi ancora male! -quindi la tocchi..un millimetro in più uno in meno di inclinazione -un pò più avanti un pò più indietro..ma nulla il dolore regna sovrano, e incominci a pensare di fare una bella inserzione in internet, e rimediare almeno il 70% dell'investimento -evitando di pensare all'inc***ta presa...
poi cosa succede?? ad uno certo punto, vuoi il fondello dei braghini nuovi, vuoi che forse i chilometri iniziano a segnare la chiappa...tak! all'improvviso diventa comoda.. anzi pian pianino pure comodissima!!!
certo praticamente le chiappe appoggiano sui due rail che formano la sella, che comunque sono anche discretamente morbidi (il mio modello è l'evolution quindi tra i meno imbottiti)
L'inclinazione che alla fine ho adottato, è praticamente la posizione piana, con leggera inclinazione in avanti, e quindi con una linea laterale molto sinusoidale.
La forma incavata (vista laterale) obbliga in effetti ad una seduta precisa, ma permette comunque anche di spostarsi in sella un pò più avanti e un pò più indietro (certo che avanti su quel becco che si trova...comoda direi proprio di nò!!);e comunque si aprezza nel controllo della bicicletta, che la sella aderisca così bene al deretano.
Anzi quando ci si sposta un pò indietro, c'è il vantaggio che si riesce a spingere puntando con la chiappa sulla sella, e questo mi capita praticamente sempre in salita, quando ti metti tranquillo su un bel salitone che sai che durerà una decina di km...
alla fine la sensazione è proprio quella di salire in sella, ma nel senso di quelle sopra i cavalli!
così quest'anno ho deciso di provare a montarla pure sulla mtb, e subito l'approccio è stato fantastico, mi sento comodo come sulla mia BDC! però al momento sono solo ai primi test, quindi mi riservo di dare un giudizio finale quando l'avrò provata a modo nelle più svariate condizioni di utilizzo mountain.
Ma veniamo all'ultima sorpresa.. pensavo rispetto alla fizik tundra in dotazione alla MTB fosse decisamente più pesante,..sbagliato! pesa pure mi pare una 40 di grammi in meno!! (non fraintendetemi..per puro caso avevo un bilancino a disposizione giusto intanto che facevo la sostituzione..non che sia un maniaco del grammo)
e allora che dire?? provate anche questa, ma non cedete al primo mese! tenete duro!!
ciao
serghei@magnetika.it

POSTERIORE? RIGIDO E PASSANTE…







È questo lo standard 2011 per i costruttori di Mtb come si è visto nelle recenti fiere appena terminate (EUROBIKE in primis), la RIGIDITA' sembra, anzi non sembra ma è la nuova frontiera introdotta anche sui telai agonistici da Xc(anche se dobbiamo dire il tutto è già partito in sordina, ma forse neanche..già nel 2009 hanno presentato con due nuovi set di ruote, il perno passante di 15 mm le Wh-mt65 Shimano ha deciso di ampliare la sua gamma con il mozzo anteriore con E-thru system era già disponibile nei gruppi al top, Xtr e Xt, e nella gamma 2010 ci sarà anche la versione Slx,) , con perno passante posteriore da 12 x 142 millimetri, volendo si potrebbero montare i 15mm sia per AM che XC, ma questa è un’altra storia, infatti bisogna che i forcellini supportino questa misura, ma già i 12 vanno più che bene. Uno standard nuovo che non può fare senza la leggerezza, visto che stiamo parlando di CROS COUNTRY e poiché le sue dimensioni sono molto più contenute rispetto al classico perno passante usato nelle discipline Gravity. Questa bellissima (lasciatemelo dire, il non vedere il Quick Relese al posteriore mi piace moltissimo, altro discorso la rapidità di dover sostiruire una ruota all'ultimo minuto prima di una partenza in gara, o di un allenamento....) soluzione la quale permette un trasferimento di potenza ottimale alla ruota posteriore la forza che usiamo per spingere sui pedali. A chi dobbiamo dare la colpa di questa novità? Alla Specialized con il suo nuovo standard al posteriore il 142+.

Altra novità 2011 di shimano è il perno passante da 15 e il 12 millimetri per la ruota posteriore, anche nel gruppo dedicato all'Xc e al Trail che si sposa con le nuove ruote le WH-M985-R (XC) ruota posteriore 15 millimetri sistema E-Thru con asse alta rigidità (M985-F15).

Non sarà mica giunto il momento di sostituire i quick release vero ? Non ancora, ma se i sistemi di estrazione e sostituzione diventeranno efficaci potrebbe che fra qualche tempo…vedremo cosa in futuro avverrà con questo standard intanto godiamoci quello che abbiamo.

In ambito xc si parla maggiormente del perno passante 12x142 .


dubbi? Forse, c’è chi pensa al peso, praticita’? Si e no o forse è l'ennesima trovata di mercato? No tranquilli si “gioca” per davvero e alla grande…..

Vediamo meglio:


"L'obbiettivo del 12x142 è quello di rendere il perno passante veloce e semplice quanto un normale quick release. Si va quindi a ricercare la rigidità di un perno da 12 millimetri unendola alla facilità di inserimento e di auto-posizionamento della ruota di un quick release.


12 millimetri è il diametro dell'asse passante, mentre 142 si riferisce alla larghezza del mozzo (da end cap a end cap)


Sia la cassetta sia il disco del freno si relazionano al mozzo nell'identico modo in cui lo facevano con uno da 135 millimetri. I forcellini dei telai hanno un alloggiamento di 3,5 millimetri in cui si posiziona il finale del mozzo, la larghezza del carro non cambia da quelle che era nel 10x135 millimetri.


Se i perni passanti da 15 millimetri richiedono un movimento centrale da 83 millimetri per una corretta linea catena, il perno 12x142 invece non ha questa necessità e lavora perfettamente con qualsiasi variazione di movimento centrale (Press Fit, BB30, ecc..) delle moderne Mtb Xc o All Mountain. La maggior parte delle case produttrici dovranno semplicemente produrre degli end caps più esterni per i loro mozzi in modo da adattarsi al nuovo standard. In realtà già si vedono mozzi con gli end caps intercambiabili, in modo da poter tranquillamente passare da uno standard all'altro.


Il sistema di auto posizionamento della ruota significa che non c'è più bisogno di girare sottosopra la bici per centrare la ruota e infilare il perno passante. Semplicemente basta infilare la ruota dentro i due inviti, senza ribaltarla, come un normale quick release, e infilare il passante serrandolo poi come i normali bloccaggi.


Il sistema sembra essere davvero funzionale, soprattutto perché da maggiore rigidità alla ruota, ma solo il tempo dirà se questo sistema diventerà davvero uno standard usato da tutti oppure verrà lasciato nel dimenticatoio delle piccole evoluzioni mancate."

(Fonte pianeta mountainbike)


Questo sarà un’articolo dedicato prevalentemente alle novità SHIMANO 2011, andiamo avanti, facciamo un piccolo passo indietro e andiamo a vedere come il comparto mozzi si presenta:

fonte :Davide Riva

"Mozzo posteriore La battuta posteriore è la distanza, misurata sul telaio (carro), interna tra i forcellini o drop out che ospitano il mozzo posteriore, tale misura si esprime in millimetri. Questo è un parametro fondamentale per la scelta del mozzo, per esempio un telaio con battuta 130mm potrà ospitare solo mozzi con la battuta da 130mm.

In questi ultimi anni le biciclette vengono sempre più concepite e progettate per scopi diversi tra loro, in un certo senso si parla anche qui di specializzazione..

Molto tempo fa ad esempio la bicicletta sportiva o da corsa aveva fissato lo standard della battuta posteriore a 130mm ed il sistema di aggancio è naturalmente il QR o sgancio rapido. Le bici da pista, invece, avevano ed hanno ancora oggi, battuta da 120mm dato che al mozzo posteriore ospitano un solo pignone e non hanno bisogno dello spazio invece necessario sulle bici da strada.
Quando si parla perciò di bici da strada e battuta da 130mm, si parla dunque di uno standard consolidato ed è ancora oggi in uso, il 99.9% delle bici da strada ha i forcellini posteriori che ospitano mozzi da 130mm e sistema di fissaggio a QR (sgancio rapido).

Le MTB hanno inizialmente lavorato su questo standard ma lo hanno abbandonato ben presto, oggi quasi tutte le MTB "tradizionali" che non siano perciò per FR o DH o altri usi specifici, hanno la battuta posteriore da 135mm e il sistema di fissaggio a QR. Questi 5mm in più non sono un vezzo per distinguersi dalla bici da strada ma una necessità dettata dai maggiori ingombri della trasmissione a carico delle guarniture diverse, triple e talvolta degli snodi presenti sui telai biammortizzati.
Con il crescere delle escursioni e l'avvento del DH, il sistema MTB a 135mm QR ha cominciato a presentare qualche deficienza in termini di sicurezza e performance. Ecco allora i primi mozzi con battuta da 135mm a perno passante, ovvero un nuovo sistema dove l'insieme "mozzo+carro posteriore" viene tenuto insieme grazie ad un generoso perno passante con viti o dadi di chiusura.
Una soluzione analoga ma che non ha trovato lo stesso successo del perno passante è il mozzo con perno pieno e filettato su cui serrare i dadi di chiusura.
Ed ancora, di necessità in necessità si arriva alle bici DH e FR con battuta posteriore da 150mm, con perno passante da 12mm.

Trattandosi di sistemi che non eccellono per comodità nel montare e smontare la ruota posteriore ecco che alcune aziende si inventano sistemi più o meno comodi per sopperire alla necessità di mercato di rendere più "user frendly" il perno posteriore. Uno dei meglio riusciti è il sistema Maxle di Rock Shox che permette di non dover usare chiavi per le operazioni di montaggio e smontaggio. Altre aziende hanno invece ridotto ad una sola chiave (brugola da 5 o da 6mm) il necessario per l'operazione, anche questa è una soluzione intelligente. Per contro, altri produttori sembrano non dare la giusta importanza a questo aspetto e propongono telai con cervellotici e scomodi sistemi che integrano quatto viti e due o tre particolari in alluminio per il fissaggio della ruota, io consiglio di verificare anche questi aspetti quando si valuta un acquisto importante.

Volendo stilare una breve lista possiamo dire che:

-I telai da pista ed alcuni telai da passeggio hanno battuta da 120mm
-I telai da strada e molte "bici sportive" hanno battuta da 130mm
-I telai da MTB "normali" hanno battuta da 135mm
-I telai da DH e FR hanno battuta da 135mm con perno da 12mm o 150mm con perno da 12mm

In realtà bisognerebbe verificare bici per bici e fare una lista infinita, a mio avviso l'importante è ricordarsi che quando si compra un telaio o una coppia di ruote, è bene preventivamente informarsi e accertarsi delle compatibilità.

Il mozzo per quick release era largamente utilizzato fino a qualche anno fa anche sulle ruote anteriori, mentre oggi si tende ad utilizzare maggiormente il sistema a perno passante. Ad ogni modo il quick release è uno standard ancora utilizzato in ambito XC/marathon, anche se le case spingono sempre più verso il perno passante anche per le discipline più pedalate.
Lo standard di questi mozzi è 100x9mm, ovvero il mozzo ha battuta da 100mm e il diametro dei forcellini deve essere di 9mm.


Il mozzo per perno passante invece era negli scorsi anni utilizzato quasi esclusivamente per uso gravity, mentre ora trova larghissima diffusione anche in ambito enduro/AM e anche su alcune biciclette da XC/marathon."



Continuiamo con Shimano che nel 2011 ha introdotto queste tipologie di mozzi e ruote:

WH-M985-F (XC) Front Wheel
WH-M985-F15 (XC) Front Wheel with 15mm E-Thru system
WH-M985-R (XC) Rear Wheel
· Super lightweight scandium 19C tubeless rims
· 14mm aluminum axle with QR lever (M985-F/M985-R)
· 15mm E-Thru system with high rigidity axle (M985-F15)
· Center Lock rotor mount system

WH-M988-F15 (AM) Front Wheel with 15mm E-Thru system
WH-M988-R12 (AM) Rear Wheel with 12mm E-Thru system
WH-M988-R (AM) Rear Wheel
· Super lightweight scandium 21C tubeless rims
· New titanium freehub body for quick engagement and perfect traction
· Center Lock rotor mount system


Mozzo HB-M985 Front

Mozzo FH-M985 Rear

· Coppa e cuscinetti a cono con doppio contatto di chiusura

· Elevata rigidità e leggerezza asse in alluminio 14mm con QR leva

HB-M988 Mozzo anteriore E-Thru

FH-M988 Mozzo posteriore ruota libera E-Thru

SM-AX75 E-Thru Asse

· Sistema ad alta rigidità con E-Thru asse

· Corpo in titanio

· Coppa e cuscinetti a cono con doppio contatto di chiusura


WH-M985-F (XC) ruota anteriore

WH-M985-F15 (XC) Ruota anteriore E-Thru 15 millimetri

WH-M985-R (XC) ruota posteriore

· 14 millimetri asse in alluminio con leva QR (M985-F/M985-R)

· 15 millimetri sistema E-Thru con asse alta rigidità (M985-F15)

WH-M988-F15 (AM) Ruota anteriore E-Thru 15 millimetri

WH-M988-R12 (AM) Ruota posteriore E-Thru 12 millimetri

WH-M988-R (AM) ruota posteriore

non esiste uno standard unico, ecco qui ci vorrebbe maggiore pulizia, ma fino a che uno standard non diventerà predominante sugli altri continueremo ad avere diverse misure, l'importante comunque è averne....poi piano, piano.

sabato 9 ottobre 2010

ITINERARI: PERCORSO 1 ARGINI FRA OGLIO E CANALI












Percorso 1 San Martino d/a-Gazzuolo-Bocca Chiavica-Gazzuolo-Spineda –San Martino d/a


km 30, tempo percorrenza 1 ora per i più allenati, 1,15minuti se si vuole scattare qualche foto

Che dire primo percorso interamente su asfalto circa 30 KM, solo 300m di terra battuta, poco trafficato, si parte dal lastricato antistante la chiesa di S.Maria Annunciata e si imbocca a sinistra la provinciale via Crispi direzione Marcaria, poco prima di iniziare la breve rampa sul ponte Oglio, svoltare a destra prendendo la strada Casale, bene ora siamo finalmente sul percorso interamente a fianco del fiume godendo cosi degli scorci naturalistici che il fiume e la zona offrono, arriviamo a Gazzuolo mantenendoci sempre sulla strada sopra l’argine ora ricoperta di ghiaietto fino a che scorgiamo una biforcazione, se si continua diritto finiamo per arrivare sul ponte della statale ss420 che porta a Sabbioneta, se invece prendiamo a sinistra passiamo sullo sterrato, 300m che ci fa passare sotto il ponte ricongiungendosi poi sulla strada sempre sopra l’argine che ci porterà a Bocca di chiavica prossima tappa del percorso n 1.

Arrivati in località Bocca di chiavica, lasciando sulla destra la stazione delle idrovore, prima del restringimento della strada prendiamo a destra scendendo dall’argine e prendendo la strada Viagrande est, all’incrocio dopo circa 500m svoltiamo a sinistra, fino ad arrivare all’incrocio con la statale Viadanese, attraversiamo e ci riportiamo sulla continuazione della Viagrande est, direzione Commessaggio.

Dopo neanche 1 km a sinistra svoltiamo per Località Basse, ora manteniamoci su questa strada , strada di santa Maria che costeggia il canale Bogina fino a Commessaggio.

Arrivati a Commessaggio manteniamo sempre la sinistra senza entrare in paese (a meno che non lo si voglia visitare) arrivati allo stop sulla sinistra ci toviamo l'imbocco al ponte sul canale, attraversiamolo e sempre mantenendo la destra arriviamo ad un bivio con in mezzo una chiesa, manteniamo la direzione fino allo stop successivo con la statale sabbionetana, attraversiamo per portarci sulla pista ciclabile per poi tornare indietro direzione Gazzuolo, neanche 100m e ci ritroviamo sulla strada che ci conduce a Spineda.

Percorriamola fino al paese, arrivati allo stop, anche li attraversiamo, sulla destra si vede una nuovissima centrale fotovoltaica con decine di pannelli solari. Proseguiamo fino ad imboccare la strada che ci condurrà a San Martino d/a, ultimi km siamo oramai arrrivati, appena entrati in paese manteniamo la destra fino ad arrivare al punto di partenza di questo itinerario.

mercoledì 6 ottobre 2010

OSSA ISCHIATICHE, MISURIAMO LA DISTANZA






Riprendiamo da qui:

Volete sapere come misurare le vostre ossa ischiatiche? Avete tre possibilita, la prima, o vi recate da un biomeccanico e giù soldi..oppure in un punto vendita SPECIALIZED che disponga del misuratore dotato di cuscino in gel a memoria di forma, ma se non volete perdere tempo fate da soli come vi andrò ad illustrare nel prossimo articolo…

Eccomi dunque qui a illustrare come fare, il metodo mi è stato illustrato dal signor Schiavon titolare della SMP , che a seguito di una mia richiesta su come fare a riportare in modo corretto la distanza delle ossa ischiatiche mi ha descritto il metodo , innanzitutto procurativi un foglio di cartone ondulato, lo trovate nei cartoni da latte quelli con 12 confezioni ad esempio, bene appoggiate su un tavolino basso il foglio , poi vi poggiate sopra il vostro posteriore, rimanete seduti qualche secondo giusto per dare modo al cartoncino di dare forma ai punti di contatto delle ossa ischiatiche di lasciare il segno.

Fatto? Ora come potete notare anche dall’immagine si vedono i due avvallamenti sul cartone , prendete una matita o una biro circondate le forme segnatene il centro e dopo aver congiunto i due punti avete la distanza ischiatica del vostro bacino.

Semplice no?

venerdì 1 ottobre 2010

SELLE CON IL BUCO?





Selle, selle con il buco, selle con canale, selle con fibre di carbonio e morbido Technogel, Carrello in carbonio intrecciato"BRAIDED" più leggera del titanio e più resistente, con Scafo in nylon rinforzato al carbonio, densità multiple, selle per strada, xc/marathon, triathlon, a cronometro o semplici selle per tutti i giorni, una miriade di accorgimenti e materiali per avere selle sempre più leggere e performanti, ma quando ci si siede sopra e si comincia a pedalare, passano i minuti e….indolenzimenti al nostro posteriore…..colpa della sella? Della posizione?, via a controllare se la sella è ben posizionata, si prende la livella e si controlla, a bolla?, un pelo più bassa…mah!!!! Risaliamo in bici, altri km, passano i minuti…..niente da fare stesso problema….il sedere fa male.

Cominciano i dubbi…ho la sella sbagliata, la cambio come mi ha consigliato il meccanico….ascolto l’amico e metto la smp, vado dal biomeccanico lui sicuramente mette le cose a posto…quanti pensieri mi girano in testa…credo che molti di quelli che vanno in bicicletta mtb o bdc che sia, abbiano avuto questo tipo di problema o perlomeno abbiano sentito il bisogno di sistemare certe cose.

Oggi sul mercato ci sono una grande quantità di selle che cercano di aiutare chi abbia questo tipo di problema, case come Selle Italia, FI'ZI:K, Prologo, SMP, SPECIALIZED, tanto per citarne alcune, hanno in catalogo almeno un tipo di sella che dovrebbe ovviare al problema sopra descritto, Prologo’s PAS (Perineal Area System) cut-out is specifically designed to protect the rider’s perineal area and prevent inflammation or tenderness.

Le selle Body Geometry® della SPECIALIZED riducono la pressione sui tessuti molli e migliorano il flusso sanguigno. SMP Stress da compressione prolungata: la sua entità dipende dalla forma della sella, da come questa interagisce con la morfologia del bacino e dal tipo di imbottitura di cui è dotata. Ridurre la compressione del piano perineale ed il conseguente schiacciamento delle strutture neuro vascolari in modo da diminuire l’incidenza di problemi e patologie all’apparato uro-genitale dei ciclisti.

Questi alcuni esempi di come queste case affrontano il problema, ma funziona? Si e no…non tutti riescono ad esempio al primo colpo, o meglio alla prima sella risolvere il problema, mi ricordo ancora quando mi sono seduto la prima volta sulla FI'ZI:K TUNDRA passata la prima mezzora nessun problema, ma poi….che male…anche qui i soliti controlli, un po’ di inclinazione in basso della punta una visita dal biomeccanico….niente (come dice un mio amico sono dei "ciucciasoldi" che non ti immagini ……ahhahahh!!!!) il c…o fa sempre male! Allora ho messo la FI'ZI:K AIRONE CX BRAIDED che dire una gran sella leggera, in carbonio, bella esteticamente, sempre consigliata dal biomeccanico…..si parte passano i minuti 30, 35, 40 ma il dolore si presenta…..e che cavolo!!!!

Ecco uno con un po’ di sale nella zucca avrebbe detto stop ora mi arrangio io…niente vado da un altro biomeccanico, stessa sella me la posiziona lui poi mi dice ora prova…., ma il risultato non è cambiato…..per lo meno mi ha detto di provare poi una sella con il buco, una SELLE ITALIA slr kit carbonio flow, provata le cose sono migliorate molto, ora riesco a pedalare tranquillamente durante le mie uscite sotto le due ore, di più non ne ho ancora fatte, se devo essere sincero non è che abbia definitivamente risolto il problema, c’è a parer mio ancora un 10-15% di fastidio che si ripercuote sulla seduta, ma almeno funziona….

Ora a distanza di alcuni mesi e dopo avere visto dal vivo alla fiera di Padova la nuova FI'ZI:K AIRONE VERSUS credo che andrà a finire sulla mia MTB nella prossima stagione, questo dovuto al fatto che questo nuovo canale che in FI'ZI:K hanno approntato su questo tipo di selle le VS appunto, mi piace… mi sembra che come dicono in FI'ZI:K “VERSUS è attraversata per tutta la sua lunghezza dal canale centrale ergonomico che scarica la pressione dalla zona prostatica.” e voglio dare un’altra possibilità a questa casa.

Oltre alla versus avevo preso in considerazione la Prologo ZERO PAS, ma segue la stessa filosofia di SELLE ITALIA, SPECIALIZED, perché prendere un doppione? Non credo avrei avuto benefici maggiori.

Qualcuno potrebbe pensare e la SMP? Quella si che è la giusta cura…qui mi voglio dilungare un pochino, perdonatemi, ma credo ne valga la pena.

Ho già provato la SMP una GLIDER problemi di seduta non ne ho avute, le mie ossa ischiatiche si sono adattate subito.

Sempre il mio amico sulle selle in questione:

anche io tendo a non consigliare la smp perchè è una sella troppo "specialistica" quindi si ha solo il 50% delle possibilità di trovarsi bene. A causa delle due " lamine" su cui dovresti poggiare le tue ossa ischiatiche, se canni la misura esatta, non riuscirai ad abituarti. il motivo principale per cui non mi piacciono le smp è perchè (tralasciando l'estetica orripilante ed il peso, ma è questione di gusti) non essendo selle piatte non consentono spostamenti utili durante i cambi di ritmo di pedalata (concezione questa, completamente opposta alle fizik), dicono però che sono comode in salita perchè non vi è pericolo di scivolare all'indietro (ma .... io non scivolo neanche con la Mantra)
comunque se decidi di prendere una smp devi stare attentissimo all'inclinazione, e non stare a sentire quelli che ti dicono: " mettila più su, più giù...." tanto loro non hanno il tuo culo e non possono saperlo come è da mettere per te, devi salirci e inclinare la punta verso il basso, tanto da non sentire fastidio sul davanti, ma non devi neppure scivolare in avanti mentre che pedali, se le due cose non riesci a farle stare insieme allora non utilizzare quella sella.

Beh io non ho avuto problemi, ma la sensazione di vuoto nelle parti molli del mio didietro…per me troppa, sembrava che stimolasse troppo la parte anale…..mie sensazioni naturalmente. Ecco questo mi ha fatto tentennare sulla scelta di questa sella, ma essendo una cosa personale, non dico mai a nessuno di non prenderla, solo che prima di passare a questo tipo di sella, una prova prolungata andrebbe fatta, visto che il prezzo non è dei più abbordabili….

Spendo anche qui due parole sulla possibilità di provare le selle, diverse case, la SMP è una di quelle permette di poter provare le sue selle recandosi nei loro punti vendita e chiedendo di poterne avere una in prova, quindi fatelo se vi è questa possibilità.

Volete sapere come misurare le vostre ossa ischiatiche? Avete tre possibilita, la prima, vi recate da un biomeccanico e giù soldi.. oppure in un punto vendita SPECIALIZED che disponga del misuratore dotato di cuscino in gel a memoria di forma, ma se non volete perdere tempo fate da soli come vi andrò ad illustrare nel prossimo articolo sul blog.

Concludendo, per fortuna una gran parte di utilizzatori di selle non ha questi problemi, quindi tutto questo patema d’animo se lo sono risparmiato e non è cosa da poco…..credetemi.